domenica 23 settembre 2012

Olivetti M20 - Quando si dice "preso per i capelli"

"Prendere qualcuno per i capelli" è una espressione che significa essere riusciti a salvarlo per un pelo, quasi in punto di morte. Immaginate un Olivetti M20, la singolare macchina con la quale l'Olivetti entrò nel mondo dei personal computer nel 1982, che vi stà precipitando davanti... vi lanciate, prima che si sfracelli, ad afferrarlo per il cavo e... il cavo non c'è! Beh, il subitaneo risveglio in un bagno di sudore sarebbe l'obbligo se non che, in questo, caso il sollievo è solo a metà: questo M20 infatti è arrivato veramente malridotto. E' probabile che sia stato recuperato da una discarica o da un cassonetto, con un destino già segnato, poiché qualcuno aveva provveduto a tagliarne il cavo di alimentazione e quello video per recuperare (immaginiamo) circa 2 centesimi di rame.

Le condizioni non certo da vetrina dell'Olivetti M20 così com'è arrivato.
Lo scempio dei cavi fatto da chi recupera rame.
 L'Olivetti M20 ha il pregio (sigh!) di poter essere accoppiato solo al suo monitor originale. La versione monocromatica richiede il solo cavo video, mentre la versione a colori prende l'alimentazione da un secondo cavo proveniente dall'M20. Fortuna voleva che fosse qui disponibile un monitor monocromatico per M20 recuperato tempo addietro ed accomunato dalla stessa sorte, ovvero il taglio del cavo video. Non c'è che dire, una coppia perfetta da sposare. Ma un matrimonio alquanto difficile da celebrare. L'accurata pulizia con annesso completo smontaggio della macchina era il minimo dovuto, ma la parte più ostica che si presentava era di certo la ricostruzione dei cavi. Si inizia con l'alimentazione: da un breve studio dei connettori a vite interni e dalle informazioni reperibili in rete si ricava la figura seguente.

L'intrigo di cavi della sezione di alimentazione.

Una buona notizia: tutti connettori a vite, nessuna saldatura. Un generico cavo di alimentazione da PC d'epoca è il sostituto ideale e permette di ripristinare la "luce" velocemente. 3...2...1... contatto: l'M20 si accende e riporta dei bip diagnostici, segno che qualcosa non va ma almeno è vivo. Poteva andare peggio, no?
E' il turno della parte più complessa: la ricostruzione del cavo video. A complicare le cose, il fatto che lo spezzone di connettore lasciato (gentilmente) attaccato al connettore video è quello di un monitor a colori, mentre dobbiamo accoppiarlo con un monitor monocromatico. E' stato necessario un certo studio delle piedinature (diverse per i due monitor) ed estrarre i pin dal connettore volante per riorganizzarli, ma alla fine, con un po' di pazienza e l'aiuto di una serie di morsetti a coccodrillo, si riesce ad effettuare un collegamento (precario ma coerente) tra macchina e video. Dopo un controllo triplo (d'obbligo, dato che il monitor prende l'alimentazione dal connettore video e non vogliamo certo friggere qualcosa!) giunge il sospirato momento dell'accensione e... il monitor funziona, nonostante il lungo periodo di inattività.
Ciò che non funziona è invece l'M20, che mostra un unico carattere, un rombo, e non procede oltre. Si tratta di un problema alla memoria, meno grave del previsto perché coinvolge una delle schede di RAM aggiuntive. Si può quindi riconfigurare la macchina con la sola memoria base, ma dato che gli integrati 4116 non mancano è l'occasione buona per riparare la scheda, restituendo al computer i meritati 32K aggiuntivi. Resta il fatto che la soluzione temporanea per il cavo video deve essere sanata. Interviene gentilmente Giuliano di Varese che ci invia il cavo di un Olivetti L1 opportunamente re-intestato con un connettore ad 8 poli per l'inserimento nel monitor: adesso l'M20 ha di nuovo un monitor come si deve. Ci invia anche una copia del sistema operativo PCOS, che la macchina si guarda bene dal caricare con successo. Una ulteriore sessione di lavoro (l'ultima?) riguarda la pulizia dei drive (che non risolve il problema) e lo studio dei jumper della motherboard: la rivelazione è che un errato settaggio impediva il caricamento dei dischetti da DSDD 320K. Con l'agognato boot sembrerebbe finita... sembrerebbe. Perché buona parte dei tasti non rispondono. Si prefigura un'ulteriore smontaggio, quello della tastiera, che viene completamente messa a nudo.

La tastiera prima della pulizia esterna ed interna.
Cosa stavate facendo l'8 ottobre del 1982? Non so voi, ma qualcuno stava apponendo l'etichetta con la data su questa tastiera. Una piccola finestra sulla storia di questo esemplare. Rimossa la contropiastra inferiore della tastiera e puliti i contatti dorati con un po' di alcool, i problemi di digitazione scompaiono. E' veramente finita (no, dico, è veramente finita??). L'immagine finale condensa tutti gli sforzi fatti e restituisce alla piena funzionalità un irriconoscibile M20 che era stato preso, probabilmente, sull'orlo di un compattatore. Preso per i capelli, appunto.




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